domenica 5 ottobre 2014

La Bioetica e il parto delle donne. Premessa all'organizzazione di un convegno


Perché pensiamo che il tema di come e dove partoriscono le donne sia un argomento che riguarda l'etica della vita? L'opinione comune sembra avere idee poco chiare circa cosa sia il parto delle donne, e il più delle volte le persone considerano solo ed esclusivamente quanto sostenuto nell'ambito della prospettiva bio-medica. A volte
il parto viene addirittura visto come un momento specifico posto in un apposito recinto e al di fuori della vita delle persone o che le coinvolge solo marginalmente. Il più delle volte viene sminuito fino ad essere descritto e percepito unicamente come un evento "rischioso e doloroso": un eccessivo e brutale scherzo della natura, il prezzo chiesto alle donne per avere un/una figlio/a. Abbiamo a volte l'impressione che tale definizione nasca solamente da ragioni di profitto e per questo sostenuta dalla maggior parte della classe medica. Altre volte, quest'approccio scientista diviene una sorta di bacchetta magica alla quale ci si appella per risolvere tutti i problemi. Ma purtroppo, in Italia soprattutto, i risultati di tale condotta portano ad un peggioramento della salute di donna e persona che nasce. A dispetto di questa trista situazione si deve prendere atto che la riflessione e il dibattito sono la chiave di volta del nostro vivere sociale. La scienza ci ha creato una sorta di “mondo artificiale” il cui equilibrio può essere mantenuto solo attraverso valutazioni e considerazioni che sappiamo non partire da una "prospettiva neutra" ma necessariamente influenzate dal contesto socio-culturale in cui siamo immersi. Infatti, è grazie alla riflessione con la bioetica che diventa possibile controllare gli eventuali fattori negativi che continuamente tendono a rompere l’equilibrio richiesto da una soddisfacente vita sociale. Troppo spesso dimentichiamo che la nostra percezione di ciò che è malattia (vecchia e nuova) è spesso il risultato di costruzioni (Basaglia, Foucault, Illich, Duden), e che solo considerando tutti i diversi punti di vista delle persone coinvolte possiamo ottenere migliori risultati di salute. Non è solo attraverso la ricerca scientifica che riusciremo a trovare il modo di migliorare gli esiti di salute. Basterebbe questo per avvalorare l’idea che la riflessione bioetica in primis dovrebbe essere coinvolta, e tenuta in considerazione da tutti coloro che sono impegnati in ruoli afferenti alla scienza, e non limitata a pochi. E questo perché il parto non riguarda esclusivamente il corpo delle donne. Infatti, anche se solo alcune di noi hanno partorito, tutti siamo stati partoriti da una donna. Dunque ciascuno dovrebbe essere impegnato a prestare la massima attenzione per scongiurare che un approccio retrogrado e oscurantista possa giustificare l'esercizio di un potere paventando "terribili malattie, rischi o altri disastri che la natura spesso matrigna è pronta a infliggere alle donne nel momento del parto." A volte grandi avanzamenti hanno avuto origine da osservazioni attente e poi scrupolosamente vagliate: in questo non ci si deve abbandonare né all’improvvisazione né al desiderio di arrivare subito all’obiettivo. Dunque seguendo con cura quanto richiesto dal metodo scientifico, ma senza considerarlo l'unico riferimento e tenendo presente che il modello bio-medico ha portato nell'ultimo secolo grandi risultati di salute, ma presenta anche altrettanti limiti e avremmo senz'altro migliori risultati di salute seguendo un approccio che tenga presenti anche altri determinanti, come avviene nel modello bio-psico-sociale e come chiaramente esplicitato nella Carta di Ottawa. È vero che l’atteggiamento olistico, in cui vengono considerati sia l'aspetto biologico, psicologico e sociale (e non esclusivamente quello scientifico) comporta una disciplina interiore e umana che non è sempre facile, ma è necessario che nella nostra società si diffonda. In questa prospettiva si è pensato di organizzare a Roma un Convegno di alta divulgazione teso ad affrontare i principali problemi dovuti all'applicazione del modello bio-medico nel percorso parto, rivolgendo particolare attenzione a quelli morali che sono spesso oggetto di maggiore controversia. In una giornata di studio non si risolvono i problemi, ma si vuole promuovere un dibattito in modo da dare maggior attenzione al tema. C’è bisogno di un’opera di alfabetizzazione e il Convegno vuole fare un passo in questa direzione.

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