Dal 2007, grazie all’Ass.
CiaoLapo, anche in Italia il 15 ottobre si celebra la Giornata della
Consapevolezza sul Lutto Perinatale (BabyLoss Awareness).
E’ un appuntamento importante per
sensibilizzare e aumentare la consapevolezza collettiva sul significato
psicoaffettivo della perdita di un figlio o di una figlia, desiderati e attesi,
in gravidanza e nel post partum e sugli effetti del lutto, in particolare se
non riconosciuto e rispettato come tale, sulla salute e sul benessere dei
genitori e sulle successive gravidanze.
E’ il primo anno che Freedom for Birth
– Rome Action Group, in collaborazione con il Melograno di Roma, partecipa attivamente all’iniziativa
organizzata a Roma da CiaoLapo.
Saremo presenti al Convegno “Il lutto perinatale. Lo
stato dell'arte in ostetricia e psicologia" con un
intervento sulle cure e l’assistenza appropriata versus inappropriata ai
genitori in lutto “Quando la cura non cura: dagli ostacoli alla resilienza
ai traumi nel lutto perinatale”.
Troppo spesso quando parliamo di
salute e benessere relativo alla vita sessuale e riproduttiva delle donne, le
modalità di assistenza sono inappropriate (in termini di adeguatezza, efficacia
ed efficienza), non rispettose delle scelte informate e libere della donna
stessa e dei suoi diritti umani, costituzionali[1] e sanciti dalla legge. Linee guida ed
evidenze scientifiche vengono facilmente soppiantate da tabù, giudizi,
pregiudizi e posizioni ideologiche. Senza tenere conto del rischio di danni
iatrogeni sulla salute psicofisica della persona. Dimenticando che sostenere le
risorse personali e la capacità di autodeterminarsi, prendendo decisioni
informate e consapevoli per se stesse e sul proprio corpo, è un potente fattore
di promozione della salute, intesa come benessere globale e non semplicemente
come assenza di malattia[2].
Le madri in lutto perinatale non
fanno eccezione. E neanche i padri in lutto.
Per le donne e le coppie che
vivono la morte in utero o dopo il parto de* propr* figl* desiderati e attesi,
ricevere un’assistenza di base empatica, sensibile, rispettosa e laica
contestualmente all’esperienza di lutto, non è scontato. Nella maggior parte
dei casi la pratica clinica non ha un approccio bio-psico-sociale[3], non si basa su evidenze scientifiche
aggiornate, ignora le LG internazionali e Nazionali pubblicate nel 2008[4] e distribuite in tutti i punti nascita.
Spesso viola i diritti della donna e delle coppie.
Le modalità di assistenza
sanitaria contingenti all’esperienza della perdita, spesso vissuta come
traumatica, risentono del tabù socioculturale che c’è sul lutto perinatale: è
un non evento.
“Il mancato
riconoscimento sociale e culturale del lutto perinatale lascia la coppia e le
famiglie nella solitudine e nel silenzio. La non legittimazione del dolore
connesso alla perdita, unitamente ad assistenze spesso inappropriate,
all’assenza di supporto socio-emotivo e alla carenza di spazi di sostegno
esperto, sono tra i principali fattori che possono portare i genitori a
isolamento e chiusura e a complicazioni nell’elaborazione del lutto, con il
rischio di ulteriori effetti dannosi sulla loro salute”[5].
Purtroppo non è frequente che le
madri e i padri in lutto ricevano il supporto adeguato e tutte le necessarie
informazioni per compiere scelte consapevoli. E a tutto ciò si aggiungono
trattamenti irrispettosi e maltrattanti così come emerge dai racconti di molte
donne. In una situazione già traumatica, com’è la perdita di un figlio o di una
figlia desiderati, le modalità di “cura” trascuranti, abbandoniche, giudicanti
e colpevolizzanti o francamente ostili, ledono la dignità della persona e la
sua integrità psicofisica, operando un processo di vittimizzazione secondaria.
Parole e comportamenti possono causare un’ulteriore traumatizzazione e in
alcuni casi essere più traumatizzanti dell’evento in sé. Questo rappresenta il
contesto socio-emotivo che contribuisce significativamente a complicare
l’elaborazione del lutto.
Il lutto non è una malattia ma
un’esperienza esistenziale e psichica umana universalmente condivisa che
richiede un fisiologico processo di elaborazione con caratteristiche e tempi
non uguali per tutti. La presenza del lutto perinatale non è una conditio
certa che “spiega” l’insorgenza di un disturbo, sollevando così di qualsiasi
responsabilità il contesto sociale e sanitario.
Per questo è importante per noi
partecipare alla giornata della Consapevolezza sul Lutto Perinatale.
Qui di seguito il programma della
giornata organizzata a Roma da CiaoLapo il 15 ottobre.
Vi aspettiamo.
Per leggere il
programma del Convegno “Il lutto
perinatale lo stato dell'arte in ostetricia e psicologia" e
della giornata organizzati da CiaoLapo a Roma clicca QUI.
[1] Art. 2 diritto all’autodeterminazione; Art. 13
diritto alla libertà personale; Art. 32 diritto alla salute
[2] OMS Carta di Ottawa, 1986: "La salute viene
creata e vissuta da tutti nella sfera della quotidianità: l'apprendimento, il
lavoro, il gioco, l'amore. La salute si crea avendo cura di se stessi e degli
altri, acquisendo la capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo
delle circostanze della vita (…)”
[3] “Il paradigma sottolinea l'importanza di fattori
non solo biologici, ma anche psicologici e sociali, quali determinanti dello
stato di salute delle persone, fattori che sono inestricabilmente legati tra
loro”. Mattina M., Pacini G., Giocoli V., Rizzelli C., “Di opposte fazioni
e libertà delle donne”, 2012. www.freedomforbirthromeactiongroup.blogspot.it
[4] “La natimortalità:
audit clinico e miglioramento della pratica assistenziale", 2008, a cura
di Dante Baronciani, Gaetano Bulfamante e Fabio Facchinetti, distribuito dal
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in tutti i punti
nascita e nelle anatomie patologiche ad essi collegate su tutto il territorio
nazionale.
[5] Demetra – Dar Voce al Silenzio. Servizio
Psicologico sul Lutto Perinatale. www.melogranoroma.org/lutto-perinatale/