Eravamo in tantissim* ieri pomeriggio in piazza a Roma.
Un corteo colorato, allegro e incazzato.
Un corteo eterogeneo, nato dal bellissimo lavoro fatto dalla rete cittadina #IoDecido che ha messo insieme tante realtà, unite dal desiderio di rivendicare il diritto all'autodeterminazione per tutto ciò che concerne la sessualità ed il corpo delle persone.
E' stato bello vedere confluire nella rete rivendicazioni che solo apparentemente possono sembrare specifiche e particolari, ma che hanno in comune molto più di quello che potrebbe sembrare.
Siamo fier* e felic* di rispedire al mittente le provocazioni di chi ci vorrebbe divis* e isolat*, ciascun* ad occuparsi del proprio angolo di visuale.
Perchè sappiamo bene che solo unit* si può lottare per i nostri diritti.
Noi sappiamo che parlare di aborto libero e accessibile, pillola del giorno dopo reperibile facilmente, lotta all'obiezione di coscienza, ha molto a che fare con il parlare di autodeterminazione delle donne durante tutto il percorso nascita, lotta alla violenza ostetrica praticata in sala parto, ma anche con la depatologizzazione della condizione trans, con l'affermazione che i generi sono molto più di due, con la lotta all'omofobia, lo sappiamo.
I corpi sono i nostri, le scelte sono nostre.
Contro chi ci vorrebbe buone, educate e genitli, con le mimose in mano e il cervello atrofizzato.
Contro chi ci vuole far credere che accettare compromessi sia la strada migliore.
Contro chi vorrebbe che ci accontentassimo di briciole di diritti.
Al minuto 0:22 di questo video alcune delle rivendicazioni di Freedom For Birth - Rome Action Group dette al microfono durante il corteo. Le altre le trovate qui
Noi c'eravamo
Perchè vogliamo che il tema del contrasto alla violenza ostetrica inizi ad essere sempre più rappresentato e dibattuto.
Riteniamo inaccettabile che ancora oggi nella stragrande maggioranza delle gravidanze e dei parti non vengano rispettate le principali raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche (come quelle dell'OMS che risalgono addirittura al 1985), che le donne non siano libere di scegliere la posizione in cui travagliare e partorire, che spesso non venga loro concesso nemmeno di mangiare o bere durante il travaglio, che non vengano correttamente informate su tutte le possibilità, le modalità ed i luoghi del parto, su tutti gli atti medici che potrebbero essere loro praticati senza illustrarne benefici e rischi, che spesso sui loro corpi vengano praticati atti non necessari o addirittura ritenuti dannosi dalla letteratura scientifica internazionale, senza alcun motivo e spesso senza richiedere il loro consenso.
Riteniamo inaccettabile che alla stragrande maggioranza delle donne sia praticata l'episiotomia, cioè il taglio di vagina e perineo al momento del parto, che si configura come una vera e propria mutilazione genitale femminile e di cui nelle nostre sale parto si abusa.
Riteniamo inaccettabile che le donne non siano informate dei vantaggi delle modalità non farmacologiche di analgesia durante il parto, come pure riteniamo inaccettabile che ancora oggi il diritto all'analgesia epidurale per chi lo desideri non sia ovunque garantito.
Riteniamo inaccettabile l'eccesso di medicalizzazione durante la gravidanza ed il parto produce spesso esiti di salute peggiori per la donna e bambin*, contribuendo sensibilmente ad accrescere il tasso di tagli cesarei praticati nel nostro Paese.
Riteniamo inaccettabile che oggi in Italia, (primi in Europa e terzi nel mondo) ci sia una percentuale di cesarei del 40%, con punte del 60% in regioni come la Campania, quando il tasso atteso dovrebbe essere intorno al 10-15% secondo l'OMS.
Riteniamo inaccettabile che spesso madre e figl* siano ancora troppo spesso separati dopo la nascita, adducendo motivi relativi a protocolli e necessità mediche, quando tutte le evidenze scientifiche sottolineano l'importanza fondamentale del contatto tra madre e figl* in questa fase per il benessere psicologico e fisico di entrambi.
Riteniamo inaccettabile che la percentuale di obiettori nel Lazio sia tra l'80 ed il 90%, che rende di fatto inapplicabile la legge 194 la quale vieta esplicitamente la possibilità che un'intera struttura sanitaria sia obiettrice.
Riteniamo inaccettabile che ancora esistano obiettori nelle farmacie che si rifiutano di vendere la pillola del giorno dopo, obiezione di coscienza che non ha neanche alcun fondamento giuridico, visto che oltretutto si tratta di un farmaco contraccettivo e non abortivo, come peraltro recentemente ribadito dall'AIFA recentemente.
Per tutti questi motivi siamo nella rete cittadina #IoDecido, eravamo in piazza ieri e continueremo a lottare, consapevoli che le politiche di Austerity non fanno che peggiorare la situazione dei diritti, grazie ai tagli indiscriminati di servizi pubblici essenziali, alla costante precarizzazione delle vite delle persone ed alla criminalizzazione di ogni forma di dissenso, soprattutto di chi, come noi, rivendica il diritto a compiere scelte libere.
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