Una notizia importante che arrivava proprio l'8 marzo mentre con tante e tanti eravamo alla grande manifestazione organizzata dalla rete #IoDecido.
E poi oggi questa storia: una donna costretta ad abortire nel bagno di uno dei più grandi ospedali romani per colpa degli obiettori.
Senza nessun aiuto.
Solo perchè l'induzione farmacologica del parto (si trattava di un aborto terapeutico per un feto afflitto da una grave patologia genetica) era stata avviata nel turno precedente da uno dei pochissimi medici non obiettori ed al cambio turno - quando tutti i sanitari presenti erano obiettori - alla donna non è più stata prestata alcuna forma di assistenza lasciandola sola nel bagno in preda a dolori lancinanti ed in uno stato emotivo terribile.
Sembra che ad un certo punto lei ed il marito siano stati addirittura molestati da alcune persone che, armate di vangelo, li accusavano di essere degli assassini.
Per noi questa violenza è inaccettabile e ci piacerebbe tanto sapere cosa ne pensano di questa storia le nostre parlamentari che si stanno spendendo per la ridicola battaglia per le quote rosa. Dove siete quando serve? Cosa pensate che serva alle donne davvero?
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8 MARZO 2014, COMITATO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI: IL DIRITTO DI ABORTIRE E’ UN DIRITTO INVIOLABILE DELLA DONNA
che non può essere limitato, ostacolato, oppresso dall’obiezione di coscienza: l’Italia reprime la libertà delle donne che scelgono di abortire, garantendo l’obiezione di coscienza.
Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali condanna oggi, 8 marzo, l’Italia: “A causa dell’elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza, L’Italia viola i diritti delle donne che alle condizioni prescritte dalla legge 194 del 1978, intendono interrompere la gravidanza”.
Con il 90% di medici obiettori, ospedali che neppure sono dotati di reparti per l’IVG, strutture sanitarie che isolano i pochi medici non obiettori e dimenticano gli obblighi che la Legge 194 impone - in particolare, quello di garantire, comunque, le prestazioni sanitarie alle donne che scelgono di interrompere la gravidanza - in Italia non c’è alcuna garanzia di tutela della libera scelta e della salute delle donne.
Lo sapevamo già: in Italia le libertà e i diritti delle donne, personali, civili, sociali, economici, non sono effettivi e vengono continuamente lesi e offesi dalla cultura cattolica maschilista che domina i palazzi della politica, i luoghi della salute, il mondo del lavoro.
Ci auguriamo che questo documento faccia riflettere chi è complice, a tutti i livelli, della violenza istituzionale sulle donne. Ma, in fondo, ci crediamo poco.
Di una cosa siamo però certe: questa condanna potrà servire ad alzare il livello della lotta contro l’obiezione di coscienza. Nelle piazze come nei tribunali. E noi ci siamo!
#IODECIDO!
che non può essere limitato, ostacolato, oppresso dall’obiezione di coscienza: l’Italia reprime la libertà delle donne che scelgono di abortire, garantendo l’obiezione di coscienza.
Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali condanna oggi, 8 marzo, l’Italia: “A causa dell’elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza, L’Italia viola i diritti delle donne che alle condizioni prescritte dalla legge 194 del 1978, intendono interrompere la gravidanza”.
Con il 90% di medici obiettori, ospedali che neppure sono dotati di reparti per l’IVG, strutture sanitarie che isolano i pochi medici non obiettori e dimenticano gli obblighi che la Legge 194 impone - in particolare, quello di garantire, comunque, le prestazioni sanitarie alle donne che scelgono di interrompere la gravidanza - in Italia non c’è alcuna garanzia di tutela della libera scelta e della salute delle donne.
Lo sapevamo già: in Italia le libertà e i diritti delle donne, personali, civili, sociali, economici, non sono effettivi e vengono continuamente lesi e offesi dalla cultura cattolica maschilista che domina i palazzi della politica, i luoghi della salute, il mondo del lavoro.
Ci auguriamo che questo documento faccia riflettere chi è complice, a tutti i livelli, della violenza istituzionale sulle donne. Ma, in fondo, ci crediamo poco.
Di una cosa siamo però certe: questa condanna potrà servire ad alzare il livello della lotta contro l’obiezione di coscienza. Nelle piazze come nei tribunali. E noi ci siamo!
#IODECIDO!
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