A che gioco gioca Paola Binetti?
La deputata è fimataria della proposta di Legge: "Norme per l'incremento del livello di sicurezza nel parto naturale". Questo DDL, presentato anche in Senato dal sen Di Biagio, prevede l'adozione di una cintura gonfiabile da utilizzare durante il parto, dispositivo inutile e dannoso che obbliga le donne a partorire in una posizione scomoda, difficile e pericolosa. Sappiamo da anni che spingere sulla pancia delle donne durante il parto (manovra di Kristeller) aumenta il rischio di lesioni e mortalità materna, infatti da tempo tale manovra è sconsigliata in tutte le Raccomandazioni e Linee Guida basate su evidenze scientifiche.
È incredibile quindi che si voglia introdurre per legge una pratica così dannosa in tutte le sale parto: applicando la cintura a tutte le partorienti aumentiamo il rischio per loro e per i loro bambini di gravi danni o morte.
Tale proposta di Legge è stata rilanciata ieri alla Camera dei Deputati nel corso di un convegno organizzato da Paola Binetti e che ha visto la partecipazione tra gli altri di diversi primari di ginecologia, direttori di corsi di laurea e scuola di specializzazione e ostetriche. La maggior parte delle relazioni, tranne qualche lodevole eccezione, sono state focalizzate sul tema della sicurezza durante il parto, sostenendo l'idea che gravidanza, travaglio e parto siano degli eventi altamente rischiosi e imprevedibili e che l'unica soluzione utile per minimizzare tali rischi sia fare ricorso alla tecnologia. Nel corso della mattinata il potere salvifico della tecnologia medica ricorreva come un mantra nei diversi interventi, creando il terreno fertile per l'approvazione del DDL.
Anche la Ministra Lorenzin, intervenuta a metà mattinata, sembra essere stata facilmente convinta dell'importanza di approvare quanto prima una norma del genere, al punto che ha promesso pubblicamente di renderla immediatamente operativa con un decreto ministeriale, qualora i relatori avessero rinunciato a percorrere la strada del DDL, saltando così i tempi lunghi dell'iter parlamentare.
Chissà se la Ministra sa che dietro le encomiabili parole "incremento della sicurezza nel parto naturale" si cela il tentativo sfacciato di far approvare per legge l'appalto per la fornitura di un dispositivo medico inutile e pericoloso in tutte le sale parto italiane?
Ci chiediamo come mai ad una giornata che affrontava il tema della mortalità materna non sia stato invitato nessun esponente dell' Istituto Superiore di Sanità che pure ha istituito un sistema di sorveglianza sul tema grazie al quale abbiamo importantisdimi dati sul fenomeno?
Come afferma Michele Grandolfo, ex direttore dipartimento salute materno infantile dell'Istituto Superiore di Sanitá, presente in platea alla giornata di ieri: "il problema è che si opera con procedure sbagliate che aumentano il rischio ostetrico e non si praticano quelle corrette che diminuiscono tale rischio".
A questo punto una domanda ci sorge spontanea: a chi giova l'introduziobe nel nostro ordinamento di una tale legge? Non certo alle donne che vedrebbero aumentato il loro rischio di avere danni gravi o fatali durante il parto; non certo alle aziende sanitarie e alle regioni, che dovrebbero affrontare una spesa notevole per adeguarsi a quanto disposto, sia per l'acquisto di tale mirabolante tecnologia, sia per la formazione degli operatori; non certo alle ostetriche, che tutta la letteratura scientifica evidence based indica come figure di riferimento in gravidanza, travaglio e parto, in grado, attraverso un'assistenza one to one, di prevenire e ridurre significativamente il rischio di eventi avversi e mortali.
E allora a chi giova?
Per rispondere è forse utile sapere che l'unico studio che sembra confermare l'efficacia della cintura sia firmato da Luisa Acanfora e Erich Cosmi (tra i relatori di ieri alla Camera), alcune voci sostengono che la dott.ssa Acanfora sia moglie del produttore della cintura, noi non sappiamo se questo sia vero e probabilmente non lo sarà, perchè altrimenti la ginecologa avrebbe dovuto dichiarare un tale macroscopico conflitto di interesse, sia come autrice del famoso studio, sia nelle occasioni in cui è stata ascoltata in sedi istituzionali per parlare dei vantaggi dell'utilizzo di tale cintura.
Le donne non hanno bisogno di ipermedicalizzazione, nè di cinture miracolose, nè di violenza ostetrica. Non permetteremo che sul corpo delle donne si giochi anche questa sporca battaglia.
È incredibile quindi che si voglia introdurre per legge una pratica così dannosa in tutte le sale parto: applicando la cintura a tutte le partorienti aumentiamo il rischio per loro e per i loro bambini di gravi danni o morte.
Tale proposta di Legge è stata rilanciata ieri alla Camera dei Deputati nel corso di un convegno organizzato da Paola Binetti e che ha visto la partecipazione tra gli altri di diversi primari di ginecologia, direttori di corsi di laurea e scuola di specializzazione e ostetriche. La maggior parte delle relazioni, tranne qualche lodevole eccezione, sono state focalizzate sul tema della sicurezza durante il parto, sostenendo l'idea che gravidanza, travaglio e parto siano degli eventi altamente rischiosi e imprevedibili e che l'unica soluzione utile per minimizzare tali rischi sia fare ricorso alla tecnologia. Nel corso della mattinata il potere salvifico della tecnologia medica ricorreva come un mantra nei diversi interventi, creando il terreno fertile per l'approvazione del DDL.
Anche la Ministra Lorenzin, intervenuta a metà mattinata, sembra essere stata facilmente convinta dell'importanza di approvare quanto prima una norma del genere, al punto che ha promesso pubblicamente di renderla immediatamente operativa con un decreto ministeriale, qualora i relatori avessero rinunciato a percorrere la strada del DDL, saltando così i tempi lunghi dell'iter parlamentare.
Chissà se la Ministra sa che dietro le encomiabili parole "incremento della sicurezza nel parto naturale" si cela il tentativo sfacciato di far approvare per legge l'appalto per la fornitura di un dispositivo medico inutile e pericoloso in tutte le sale parto italiane?
Ci chiediamo come mai ad una giornata che affrontava il tema della mortalità materna non sia stato invitato nessun esponente dell' Istituto Superiore di Sanità che pure ha istituito un sistema di sorveglianza sul tema grazie al quale abbiamo importantisdimi dati sul fenomeno?
Come afferma Michele Grandolfo, ex direttore dipartimento salute materno infantile dell'Istituto Superiore di Sanitá, presente in platea alla giornata di ieri: "il problema è che si opera con procedure sbagliate che aumentano il rischio ostetrico e non si praticano quelle corrette che diminuiscono tale rischio".
A questo punto una domanda ci sorge spontanea: a chi giova l'introduziobe nel nostro ordinamento di una tale legge? Non certo alle donne che vedrebbero aumentato il loro rischio di avere danni gravi o fatali durante il parto; non certo alle aziende sanitarie e alle regioni, che dovrebbero affrontare una spesa notevole per adeguarsi a quanto disposto, sia per l'acquisto di tale mirabolante tecnologia, sia per la formazione degli operatori; non certo alle ostetriche, che tutta la letteratura scientifica evidence based indica come figure di riferimento in gravidanza, travaglio e parto, in grado, attraverso un'assistenza one to one, di prevenire e ridurre significativamente il rischio di eventi avversi e mortali.
E allora a chi giova?
Per rispondere è forse utile sapere che l'unico studio che sembra confermare l'efficacia della cintura sia firmato da Luisa Acanfora e Erich Cosmi (tra i relatori di ieri alla Camera), alcune voci sostengono che la dott.ssa Acanfora sia moglie del produttore della cintura, noi non sappiamo se questo sia vero e probabilmente non lo sarà, perchè altrimenti la ginecologa avrebbe dovuto dichiarare un tale macroscopico conflitto di interesse, sia come autrice del famoso studio, sia nelle occasioni in cui è stata ascoltata in sedi istituzionali per parlare dei vantaggi dell'utilizzo di tale cintura.
Le donne non hanno bisogno di ipermedicalizzazione, nè di cinture miracolose, nè di violenza ostetrica. Non permetteremo che sul corpo delle donne si giochi anche questa sporca battaglia.
Sono ostetrica e sono allibita, incredula. Non si introducono semplici pratiche ostetriche veramente preventive di eventuali rischi e si vuole introdurre un nuovo presidio??!! Bisogna fermare questa che credo sia una manovra speculativa (di chi è l'interesse?) di chi produce le cinture non delle donne
RispondiEliminaper cui, nessuna ostetrica è stat sentita durante la discussione alla Camera. Che vergogna!
RispondiEliminaCredo non sia stato ascoltato neanche nessun ginecologo che viva realmente la sala parto, è una oscenità.
RispondiEliminaHo conosciuto il Dr Cosmi professionalmente. Brava persona, tendenzialmente buone intenzioni, ma almeno quando lo conoscevo io lavorava a Padova, struttura che all'epoca (5-6 anni fa, non secoli) aveva il 90 per cento di episiotomie e 45% di cesarei. La fisiologia non sapevano neanche dove era di casa. Neanche le linee guida a dire il vero. Non esistevano protocolli e ognuno, medici ed ostetriche, faceva quello che voleva in base all'estro del giorno. Non so che tipo di studi possano fare in un posto del genere. Personalmente vorrei vedere gli studi che indicano l'utilità del dispositivo, perché quello che era uscito inizialmente era un piccolo studio fatto su un numero ridicolo di donne, e considerato il rischio di reali eventi avversi in sala parto (e intendo quelli non causati dall'uso improprio delle tecniche e dei farmaci) servono grandi numeri.
RispondiElimina(a meno che la legge in questione non voglia appunto trovare grandi numeri per fare da cavie ad un dispositivo di dubbia efficacia e di sicuro ritorno economico per qualcuno!)
EliminaTestimonianza di un prestito in 96 ore per il vicino a una signora cristiana e molto seria, vorrei informarvi che a seguito di molte pubblicazioni del record di banche come sta cercando di prestito per più di 2 anni ho avuto il mio prestito di 15.000 € tra particolare attraverso questa signora MANECCHI Silvia può aiutare come me, che sono nel bisogno esso è raggiungibile indirizzo e-mail: silvia19manecchi75@gmail.com
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